mercoledì 21 settembre 2016

La poesia del padre: per una recensione di Libere composizioni

Queste Libere composizioni sono state motivate ed originate, e rese parole rappresentative, da “...pensieri, considerazioni sulla vita, stati d’animo, sentimenti e ammirazione per la natura...”. Così Giuseppe, nella sua Premessa, ci consegna il suo personale concetto di 'poesia' legato alla liberazione e alla comunicazione di una certa ineffabilità dell'esperienza interiore vissuta in relazione ad eventi e situazioni che gli hanno suscitato domande di senso e di significato.
Egli traduce nel linguaggio comune e razionale il lavorio della riflessione immediata e profonda del suo pensiero; e l'unicità dell'esperienza personale è proposta nella diversificata lettura delle strutture di vita umana: la riflessione psicologica, la filosofia della vita, la spiritualità, la religiosità, la natura, il sentimento e la bellezza.
E' di grande chiarimento nella stessa Premessa ciò che egli ha posto come sfondo accogliente per la sua opera poetica, ovvero le dimensioni della libertà “dove la propria anima ha potuto liberamente esprimersi”. E nelle singole composizioni, un lustro di 63 poesie dal 2010 al 2016, si ritrovano i contatti comunicativi con la sua anima; si ritrovano le persone e i luoghi, anche emotivi, a cui si rivolge; e la cui immagine liberata ed il cui senso vuole ricondurre nei paesaggi e nella memoria del suo universo interiore.
E' forse possibile leggere le poesie come un unico insieme ed accedere alla conoscenza progressiva della tensione che le ha animate. Si scopre così subito il punto di partenza nella consapevole e sacra umiltà della Creatura, del Poeta, che rivolge al Cielo la sua gratitudine. Esperire poi l'angoscia della solitudine e del dolore, e reagire con un convinto ed impegnativo percorso di scoperta e di valorizzazione delle esperienze e dei legami più importanti della vita.
E poetare così dell'Amore, dell'Amicizia; del Padre, della Madre, del Fratello. Parlare di Dio e del Regno degli Angeli, della Giustizia e della Storia umana, della Terra e della Bellezza dei sentimenti, della Morte e della Vita, del Tempo e dell'Anima.
Il cimento poetico può apparire una sorprendente novità per chi conosce di Giuseppe la persistenza degli interessi scientifici e della comunicazione, anche multimediale, dello studioso e del sociologo. Ma credo che la poesia, intesa come la possibilità di “liberamente esprimersi”, abbia sempre un poco accompagnato il suo impegno esistenziale e la sua attività. E così si può leggere la profondità e la riconoscibilità del suo messaggio antropologico nella poesia di un piccolo brano della libera composizione dedicata al padre:


Non un lamento, non un minimo
accenno al duro lavoro e alla
propria ed inevitabile sofferenza.
Eppure, era lì, ogni giorno, al
sorgere del sole, ad inginocchiarsi
per ringraziare Dio.
Sempre pronto a ripartire,
a vivere con speranza il nuovo
giorno, a portare con se , senza
lasciarla agli altri, quella sofferenza
insieme al suo paniere.


Sicuramente le poesie vanno opportunamente lette nella loro singolarità, come momenti unici; veri quadri d'arte dotati di significati particolari legati alle occasioni e ai contesti in cui sono state formulate. In questo senso, nella loro semplicità e bellezza, esse possono veramente offrire al lettore la possibilità di quella comprensione e di quella condivisione motivazionale che hanno spinto Giuseppe ad affermare “la convinzione che il vero Poeta non è chi scrive, ma chi legge”.


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